Zitti bambini, arrivano i Cucibocca.

La leggenda dei Cucibocca nella notte della Befana.

Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a Motescaglioso – piccolo borgo in provincia di Matera – si svolge la Notte dei Cucibocca, tradizionale manifestazione a conclusione delle festività natalizie che lasciano il posto al tempo di Quaresima.

Ma chi sono i Cucibocca?

I Cucibocca sono misteriose figure vestite di un lungo mantello scuro, con un grande cappello di canapa, il viso coperto da una folta barba bianca, lunghi capelli e bucce di arancia a mo’ di occhiali. Si muovono nella notte in gruppi di tre, trascinando catene spezzate e sorreggendo nelle mani un canestro di vimini, una lanterna e un lungo ago. Aggirandosi tra le strade di Montescaglioso, nella notte della Befana, intimano il silenzio minacciando, soprattutto i bambini, di cucire loro la bocca con i lunghi aghi.

Non si conoscono bene le origini di questa lunga tradizione, ove elementi cristiani e mitologici si fondono tra loro. Di sicuro, la figura del Cucibocca è collegata ad Arpocrate, il dio egizio del silenzio, figlio di Iside e Osiride (Horus), rappresentato nell’abbazia di San Michele Arcangelo a Montescaglioso. L’affresco raffigura Arpocrate con una lunga barba bianca nell’atto di portarsi il dito alla bocca e invitare al silenzio. Intorno all’affresco una scritta recita: <<Silentium sit vobis charum ut vivet non sit amarum>> (Il silenzio vi sia caro affinché il vivere non sia amaro).

E così come Arpocrate anche i Cucibocca invitano al silenzio; silenzio inteso come ammonimento: Arpocrate, nella cultura dell’antico Egitto, in quanto figlio di Iside detentrice delle conoscenze segrete e dei poteri magici, ammonisce, dunque, gli iniziati ai sacri Misteri di non divulgare i segreti legati ai riti iniziatici e di mantenere discrezione sulle cose sacre. Al tempo stesso, però, il silenzio diviene una delle vie che portano alla conoscenza, fondata sulla concentrazione del pensiero e sull’interiorizzazione della parola, unico strumento per comprendere la divinità e raggiungere così la felicità. Secondo questa interpretazione, dunque, i Cucibocca intimano il silenzio come ammonimento a conservare i segreti della conoscenza e si rivolgono soprattutto ai bambini, coloro i quali rappresentano la nuova generazione e il futuro.

Secondo un’interpretazione cristiana, invece, il silenzio che i Cucibocca intimano aizzando i lunghi aghi, rappresenta l’inizio di un periodo di digiuno che chiude i festeggiamenti e gli eccessi del periodo natalizio e prepara il corpo e lo spirito al periodo di Quaresima.

E sempre di natura cristiana è la credenza che vuole che la notte del 5 gennaio le anime dei defunti tornino dal Purgatorio per far visita ai loro cari e raccogliere in un canestro di vimini cibi e bevande, probabilmente i famosi “9 bocconi” che i Cucibocca raccolgono nei loro cestini durante la processione notturna nella notte della Befana.

Da anni ormai, tra sacro e profano, la notte dei Cucibocca attira turisti e visitatori per le vie di Montescaglioso, incantati da queste figure che si aggirano al calar della notte con i mantelli scuri e i lunghi aghi a minacciare i bambini; e i piccoli, incuriositi e al tempo stesso impauriti, corrono presto a nanna per trovare al risveglio i dolci doni della Befana.